MATISSE
Molto bene…
, ..
… ha fatto MI a proporre un concerto di una virtuosa della tromba che ha permesso anche di ascoltare alcune composizioni raramente eseguite. In particolare la bellissima sonata di Hindemith, forse l’unico compositore che agli strumentini (oboe, clarino e fagotto) e alla tromba ha dedicato una sonata in particolare. E’questo un compositore ingiustamente poco eseguito nonostante una produzione di grande interesse. Di Hindemith bisognerebbe anche conoscere la biografia. Fra le altre cose fu costretto dai nazisti, per sfuggire alle persecuzioni come esponente della entartete Musik a emigrare ad Ankara! E’questa anche una delle informazioni che avrebbe dovuto essere sottolineata nella solita introduzione di pessima qualità (piagata anche da un sistema di amplificazione inudibile), una specie di castigo cui è condannato il pubblico cui non è ascrivibile alcuna colpa che lo giustifichi. Un concerto di musica “variata” dai classici a Piazzolla fino al musical. Un giudizio articolato. Bravissima dal punto di vista della tromba l’artista Helseth che da uno strumento pressoché usato solo in orchestra (o addirittura in bande musicali) – se si eccettua il repertorio barocco – ha saputo estrarre sonorità altamente melodiche dimostrando anche una tecnica eccezionale (ad esempio nella esecuzione dei trilli che non si ottengono con i pistoni). E sicuramente è stata coadiuvata da un ottimo pianista (G.Flagstad). Poi, escludendo la parte concertistica, l’esibizione è stata piagata da alcuni aspetti di difficile interpretazione. La Helseth si presenta con un vestito da gran sera ma a piedi nudi (mi ha ricordato una cantante degli anni ’70, Sandy Show….) mentre il pianista è agghindato come se si apprestasse a una passeggiata pomeridiana per portare fuori il cane. Poi da un microfono inudibile la Helseth presenta ogni brano come a un concerto jazz Mah…. Nulla che infici la prestazione musicale ma i concerti hanno una loro etichetta e la violazione è possibile solo se aumenta la qualità. Non è questo il caso. Due bis: un tango famosissimo ma poi….la Helseth pretende di esibirsi come cantante nella famosissima Moon river con una voce piccolissima, piatta e assolutamente sotto la soglia di udibilità. Non so se questa sia una consuetudine dei paesi nordici da cui proviene ma un po’ di senso del ridicolo non guasterebbe. Un pubblico poco folto è stato clemente ma a questa ultima esibizione ci sarebbe stato bene un Buhhhhhhh colossale. Peccato.
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