MATISSE
Un’operina settecentesca…
… del napoletano Leonardo Vinci (da non confondere con il più titolato Leonardo da Vinci..) certo di non eccelsa qualità (e purtroppo piuttosto lunga) nella quale ci sono tutti gli ingredienti della commedia del tempo: innamorati travagliati, travestimenti di donne in uomini, turchi prima selvaggi e poi raddolciti dalla scoperta di una figlia ritenuta perduta, una vecchia in calore alla ricerca di un amante giovne, servitori (che si comportano come Arlecchino) scaltri e ruffiani, un barbiere (che non guasta mai), una prima amorosa capace di farsi corteggiare da più amanti e sposare poi quello più umile e un capitano che ritrova fortunosamente l’amata rienuta perduta.Con l’inevitabile happy end. E forse ho dimenticato qualcosa! Il tutto in una cornice molto convenzionale che – sia detto – per una volta permette di dimenticare regie cervellotiche e spesso di cattivo gusto. Qui siamo nella convenzione più tradizionale, forse non eccelsa, ma certamente godibile.

Un libretto in dialetto napoletano (fortunatamente con traduzione disponibile sulle poltrone) oggettivamente modesto, molto convenzionale e composto di brevissime scene che permettono a tutti i cantanti di esibirsi a turno e una musica anch’essa molto convenzionale che non raggiunge mai livelli di eccellenza e in generale di qualità appena sufficiente. Di tutta la performance probabilmente le cose migliori attengono alla regia, soprattutto per la scenografia che con composizioni e scomposizioni permette di seguire i vari personaggi nelle diverse locazioni in cui si svolge l’azione.

Bene ha fatto la Scala a rcordarci che non esistono solo i grandi geni ma anche una schiera di compositori, forse giustamente dimenticati, ma che meritano almeno una volta di essere ricordati. (Ma una volta è certamente sufficiente). Una compagnia di canto di buona qualità nella quale non emergono (e non potrebbero, data l’opera) voci eccezionali così come è il caso dell’orchestra barocca, nella quale sono inseriti molti strumenti dell’epoca (ad esempio il calascione).

Comunque un pubblico piuttosto folto é sembrato apprezzare molto l’opera con ripetuti applausi a scena aperta, forse rilassato per potere assistere senza sforzarsi troppo di dare un significato a soluzioni registiche “creative”. In totale: una serata piacevole ma non esaltante.
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(Giovanni Neri 77)
Direttore | Andrea Marcon |
Regia | Leo Muscato |
Scene | Federica Parolini |
Costumi | Silvia Aymonino |
Luci | Alessandro Verazzi |
CAST |
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Carlo Celmino | Francesca Aspromonte |
Belluccia Mariano | Chiara Amarù |
Ciomma Palummo | Francesca Pia Vitale |
Federico Mariano | Filippo Morace |
Titta Castagna | Filippo Mineccia |
Meneca Vernillo | Alberto Allegrezza |
Ciccariello | Raffaele Pe |
Rapisto | Marco Filippo Romano |
Col’Agnolo | Antonino Siragusa |
Assan | Matías Moncada |
Na schiavottella | Fan Zhou |