MATISSE
Ripeto quanto ..
.. già scritto il 20 Febbraio 2021 (Salome – La Scala 20 Febbraio 2021) in occasione della recita in streaming a causa del Covid. Il libretto derivato dalla tragedia di Oscar Wilde riflette con pochissime modifiche il testo originale dello scrittore inglese (tradotto natualmente in tedesco). Si sa che di certo non sono un fan di Damiano Michieletto (anzi!) ma qualche volta anche i peggiori hanno un guizzo di eccellenza ed è in questo caso la Salome. Naturalmente c’è tutto il barocchismo di Michieletto (chi sono i personaggi che compaiono talvolta?) e le scenografie esasperate ma il risultato è di ottima qualità a partire dall’inizio che introduce l’atmosfera drammatica e cupa del dramma a finire con la schiera di angeli (o demoni?) con le ali nere che fanno da cornice all’azione.
E di certo al di là dell’ascensore con cui compare (e scompare) Jochanaan va sottolineato il banchetto del tetrarca ed Erodiade in costumi moderni, quasi a simboleggiare l’atemporalità della vicenda con il contrasto insanabile fra una visione pagana e terrena dell’esistenza e una protesa verso il trascendente anche a costo della vita. Non è necessario dare un’interpretazione puntuale di tutte le scene (ad esempio quella della Salome bambina che porge a Erode una maschera tragica a simboleggiare una violenza incestuosa che si perpetua da sempre) ma ciò che conta è che ciascuna contribuisce a rafforzare l’atmosfera tragica e il dramma inevitabile dei personaggi. Anche la famosa (o famigerata) “danza dei sette veli” viene risolta con una sorta di fuga di Salome dagli uomini che vorrebbero possederla. Salome nonostante le molteplici esecuzioni in tutto il mondo è un dramma di difficile rappresentazione con la sua esasperata sensualità che ne impedì per vari anni la prima: questa è una delle migliori – scenograficamente parlando – cui ho assistito.

Vista in presenza la scenografia è risultata persino migliore. Anche da un punto di vista musicale l’opera è stata assolutamente eccellente (come quasi sempre per gli spettacoli della Scala). Assolutamente superlativa la Salome del soprano lituano Vida Miknevičiūtė in una parte impervia tecnicamente e estenuante dal punto di vista fisico. Salome canta ininterrottamente dall’inizio alla fine (110 mins.) ma la qualità del suo canto è stata in ogni risvolto eccezionale così come la sua presenza scenica. Una prestazione che svetta sopra ogni altro cantante a partire dalle prestazioni di Wolfgang Ablinger-Sperrhacke come Herode e Linda Watson come Herodias di buon ma non superlativo livello. Molto bravo Tomasz Konieczny nella parte di Jochanaan che non ha fatto troppo rimpiangere Michael Volle sostituito nell’ultima replica. Nella norma tutti gli altri.
Un plauso comunque anche alla direzione di Axel Kober che ha saputo estrarre dalla partitura giovanile di Strauss tutti i colori e le sfumature del dramma. Grandissimo successo di un pubblico che gremiva la sala in ogni ordine e un giusto tributo alla protagonista. Venendo dal Fliegende Hollander di Bologna sembrava di essere catapultati in un’altra dimensione.
PS L’anomalia sull’invio di messaggi in occasione di un nuovo post è stata risolta
(Giovanni Neri 77)
Direttore |
Axel Kober |
Regia | Damiano Michieletto |
Scene | Paolo Fantin |
Costumi | Carla Teti |
Luci | Alessandro Carletti |
Coreografia | Thomas Wilhelm |
ripresa da | Erika Rombaldoni |
CAST |
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Herodes | Wolfgang Ablinger-Sperrhacke |
Herodias | Linda Watson |
Salome | Vida Miknevičiūtė |
Jochanaan | Tomasz Konieczny |
Narraboth | Sebastian Kohlhepp |
Ein Page der Herodias | Lioba Braun |
Fünf Juden | Matthäus Schmidlechner, Matthias Stier, Patrick Vogel, Patrik Reiter, Horst Lamnek |
Zwei Nazarener | Jiří Rajniš, Sung-Hwan Damien Park |
Zwei Soldaten | Alexander Milev, Bastian Thomas Kohl |
Ein Kappadozier | Matías Moncada |
Ein Sklave | Hyun-Seo Davide Park |