Sinfonica

Grigory Lipmanovich Sokolov – Bologna Musica Insieme 22 Giugno 2022


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MATISSE
Sokolov..
… è un artista che frequenta regolarmente le sale da concerto di Bologna. L’ho già recensito più volte (esempio il 15 Maggio 2017, il 23 Ottobre 2015 e il 19 Maggio 2014) e ho potuto seguirne l’evoluzione. Con il passare degli anni il pianismo di Sokolov si è fatto sempre più introspettivo, ferme restando le sue qualità che nel 1966 – a sedici anni! – gli hanno valso il primo premio al prestigioso concorso moscovita Čajkovskij, Da allora la carriera dell’oggi settantaduenne pianista russo è continuata ininterrotta e non viziata dall’ostracismo verso gli artisti russi viste le sue posizioni antiputiniane. Ma sempre nel rispetto di quella sorta di sacrale impenetrabilità e imperturbabilità che ne caratterizzano la personalità inviluppata anche in una struttura da orso russo (appunto!) che sembra riflettere la sua personalità. E’ uno degli ultimi pianisti che utilizza acora il frac nei suoi concerti, una sorta di tributo alla tradizione ormai scomparsa nei palcoscenici di tutto il mondo (mentre resiste in parecchie orchestre).  Il pianismo di Sokolov non concede nulla agli “effetti speciali” che caratterizzano molti interpreti di una generazione più giovane e anzi, con il passare degli anni, sembra sempre più accettare di allargare i tempi per sondare tutti gli aspetti più reconditi delle partiture eseguite. Con risultati in alcuni casi discutibili. Ma veniamo al concerto di ieri sera e partiamo dalla sezione semplicemente perfetta, quella degli intermezzi op. 117 di Brahms. Sono tre brani che si inquadrano nella produzione pianistica degli ultimi anni del compositore amburghese (insieme alle op. 115, 118 e 119) e per i quali è necessaria un perfetta scelta dei tempi e delle sonorità (non per niente furono definite da Brahms “l’espressione del mio profondo dolore”). Brani che il pianista russo ha reso in modo magistrale facendone una esecuzione semplicemente memorabile. Il concerto è iniziato con un brano beethoveniano giovanile poco frequentato, le variazioni su un tema che sarà poi parte del balletto “Le creature di Prometeo” e poi infine della terza sinfonia “eroica” (dal compositore di Bonn considerata la sua migliore). [Della trilogia Eschilea sul tema di Prometeo è rimasto solo il Προμηθεὺς δεσμώτης mentre sono perdute le altre due Προμηθεύς Πυρφόρος e Προμηθεὺς Λυόμενος- di cui rimangono solo alcuni frammenti].  Qui nulla da eccepire sul piano tecnico (alcune delle variazioni sono piuttosto impervie) mentre l’allargamento dei tempi è parso in alcuni momenti eccessivo, anche se sempre nell’alveo di uno stile nel quale l’interprete può scegliere l’impostazione. Valutazione diversa del capolavoro schumanniano. Qui Eusebio  l’ha fatta da padrone e salvo pochi momenti Florestano ha dovuto adeguarsi. La Kreisleriana è uno momenti più alti della produzione pianistica di Schumann che alterna – mai come in questo caso – pezzi di grande impeto a pezzi più intimistici, ma sempre in una poetica pienamente romantica. In questi ultimi anzichè ascoltare lo Schumann dello Sturm und Drang si è ritrovata un’atmosfera da Intermezzi di Brahms che riflettono una sensibilità e un’impostazione del tutto differente. Discutibili sono anche i tempi staccati nei brani intermedi (ad esempio nella prima fantasia dopo l’apertura drammatica) talvolta eccessivamente sognanti e in altri casi eccessivamente veloci.  L’intimismo di Sokolov non sembra – in questo caso – sposarsi con l’impostazione pienamente romantica di Schumann anche se Brahms e Schumann (e in particolare Clara Wieck) – in tempi diversi – facevano parte della stessa corrente di pensiero e si schierarono con i conservatori contro gli innovatori come Berlioz o Wagner. Un’esecuzione luci ed ombre, di certo non la migliore ascoltata del capolavoro schumanniano. Come sempre profluvio di bis (6!) e successo stellare.
HappySadHappy
Programma
Ludwig van Beethoven Quindici Variazioni e una Fuga in mi bemolle maggiore op. 35 su un tema del balletto Le creature di Prometeo (Variazioni Eroica)
Johannes Brahms Tre intermezzi op. 117
Robert Schumann Kreisleriana, otto Fantasie op. 16
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Sokolov is an artist who regularly frequents the concert halls of Bologna. I have already reviewed him several times (e.g. 15 May 2017, 23 October 2015 and 19 May 2014) and I was able to follow his evolution. Over the years Sokolov’s pianism has become more and more introspective, without prejudice to his qualities that in 1966 – at sixteen! – earned him the first prize at the prestigious Moscow Tchaikovsky competition, Since then the career of the now seventy-two-year-old Russian pianist has continued uninterrupted and not spoiled by ostracism towards Russian artists given his anti-Putin positions. But always respecting that sort of sacred impenetrability and imperturbability that characterize his personality enveloped even in a Russian bear structure (in fact!) that seems to reflect his personality. He is one of the last pianists who uses the white tie in his concerts, a sort of tribute to the tradition that has now disappeared on stages all over the world (while resisting in some orchestras).  Sokolov’s pianism does not give anything to the “special effects” that characterize many interpreters of a younger generation and indeed, with the years, he seems more and more willing to expand the paces to undeline all the most hidden aspects of the performed scores. With results in some cases questionable. But let’s come to last night’s concert and start from the simply perfect section, that of the Intermezzi op. 117 by Brahms. These are three pieces that are part of the piano production of the last years of the Hamburg composer (together with op. 115, 118 and 119) and for which a perfect choice of timing and sounds is necessary (they were defined by Brahms “the expression of my deep sorrow”). Pieces that the Russian pianist has masterfully rendered making it a simply memorable performance. The concert began with a little-played youthful Beethovenian piece, variations on a theme that will then be part of the ballet “The Creatures of Prometheus” and then finally of the third “heroic” symphony (by the Bonn composer considered his best). [Of the Aeschylea trilogy on the theme of Prometheus only the Προμηθεὺς δεσμώτης remains while of the other two Προμηθεύς Πυρφόρος and Προμηθεὺς Λυόμενος- only a few fragments survived].  Here nothing to complain about the technical level (some of the variations are rather impervious) while the slowness of the execution seemed in some moments excessive, even if always in the frame of a style in which the interpreter can choose the setting. Different evaluation of Schumannian’s masterpiece. Here Eusebio was the master and except for a few moments Florestano had to adapt. The Kreisleriana is one of the highest moments of Schumann’s piano production that alternates – nowhere else as in this case – pieces of great impetus with more intimate pieces, but always in a fully romantic poetic. Instead of listening to the Schumann’s Sturm und Drang, an atmosphere of Brahms Intermezzi was adopted that reflects a completely different sensitivity and approach. Questionable are also the rythms in the intermediate pieces (for example in the first fantasy after the dramatic opening) sometimes excessively dreamy and in other cases excessively fast.  Sokolov’s intimacy does not seem – in this case – to fit with the fully romantic approach of Schumann even though Brahms and Schumann (and in particular Clara Wieck) – at different times – were part of the same current of thought and sided with conservatives against innovators such as Berlioz or Wagner. A light and shadow performance, certainly not the best heard of Schumannian’s masterpiece. As always, the flood of encores (6!) and stellar success.
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2 risposte a "Grigory Lipmanovich Sokolov – Bologna Musica Insieme 22 Giugno 2022"

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