MATISSE
Drammone ..
… .di amore e morte, stile grand guignol. Per assistere ho effettuato un viaggio specifico e un po’ me ne sono pentito. La trama è particolarmente intricata e non mette conto descriverla qui. Per i dettagli v. Wikipedia La Gioconda Ponchiellli (altrimenti si viene rimandati al capolavoro di Leonardo). Opera non molto frequentata (anche per la sua straziante lunghezza) ma che grazie all’ambientazione veneziana ben si presta a scenografie di effetto. Diciamo subito però che la scenografia di David Livermore e Giò Forma riflette l’oscurità del libretto e non è all’altezza delle migliori prestazioni scaligere. Di fatto l’intento è quello di racchiudere l’azione in una specie di quadro che si ingrandisce e rimpicciolisce a seconda delle situazioni. Come sempre nel caso della Scala le scenografie di massa sono di eccellente qualità ma un discorso diverso vale quando si passa a scene dell’azione del libretto dove – ad esempio – vengono calate dall’alto delle figure che ricordano il deus ex machina della tragedia greca e che nessuno capisce cosa c’entrino. Molto belli i costuni ed eccellente il corpo di ballo nella celebre Danza delle ore, balletto che rifa il verso al grand opera francese. Peccato che ballerini e coreografi si presentino all’applauso subito dopo e non alla fine dell’opera come di prammatica nelle opere. Forse per intrattenere durante il cambio di scena? Di dubbio gusto la struttura in plastica trasparente che volta a volta rappresenta un ponte veneziano e il palazzo di Badoero. Non bastano i vestiti sgargianti delle protagoniste a imbellire la scenografia. Di rilievo la nave che dovrebbe permettere la fuga dei fedifraghi. Insomma luci ed ombre ma più ombre che luci.
Per quanto riguarda il canto molto buona la prova di Saioa Hernández come Gioconda un soprano drammatico che ben si destreggia nell’impervia partitura e eccellente quella di Daniela Barcellona come Laura Adorno che non raggiunge però le vette della Donna del lago di alcuni anni fa) . Molto buono il loro duetto del secondo atto. Sopra tutti la prestazione di Erwin Schrott come Alvise Badoero, voce possente, intonazione perfetta più che eccellente soprattutto per la drammaticità dell’interpretazione. All’estremo inferiore della scala di valori l’Enzo di Stefano La Colla, spesso incerto (anche nella famosa Cielo e mar), voce di qualità discutibile che spesso aggiusta l’intonazione dopo l’attacco e privo di quella incisività che ci aspetterebbe dal personaggio. Da buoni professionisti il Barnaba di Roberto Frontali e la Cieca di Anna Maria Chiuri ma nulla di più.
Quanto all’orchestra e alla direzione Frédéric Chaslin fa del suo meglio in una partitura diseguale e spesso non all’altezza delle migliori opere contemporanee. La scarsa frequentazione della Gioconda appare del tutto giustificata. Pochi gli applausi durante l’esecuzione e un successo contenuto alla fine dellì’opera. Dalla Scala ci si poteva aspettare di meglio.
Direttore | Frédéric Chaslin |
Regia | Davide Livermore |
Scene | Giò Forma |
Costumi | Mariana Fracasso |
Luci | Antonio Castro |
Video Designer | D-WOK |
Coreografia | Frédéric Olivieri |
Maestro del Coro | Alberto Malazzi |
CAST |
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La Gioconda |
Saioa Hernández |
Laura Adorno | Daniela Barcellona |
Alvise Badoèro | Erwin Schrott |
La Cieca | Anna Maria Chiuri |
Enzo Grimaldo | Stefano La Colla |
Barnaba | Roberto Frontali |
Zuàne | Fabrizio Beggi |
Un cantore / Un pilota | Giorgio Valerio |
Isèpo | Francesco Pittari |
Un barnabotto | Guillermo Esteban Bussolini |
d’accordo su molto di quanto scrive, ma… ha invertito i ruoli (Laura e Gioconda), e il tenore NON era Sartori, finto malato per l’occasione dopo megascazzo col direttore, ma Stefano La Colla. A me l’orchestra non è piaciuta punto: rumorosa dall’inizio alla fine, effettacci a gogò. De gustibus.
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Giàcorretto La Colla. Sullo scambio di ruoli controllo. Grazie
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Credevo veramente che Sartori fosse malato…..
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