Frei aber einsam – Un sito irriverente e libero che recensisce gli eventi musicali. -Di tutti disse mal fuorché di Cristo scusandosi col dir "non lo conosco" – (Epitaffio di Pietro Aretino)
… una delle eccellenze del panorama violoncellistico internazionale a partire dal suo successo al Concorso internazionale Čajkovskij del 1986. Il suo violoncellismo è più rivolto all’analisi approfondita dei brani eseguiti che all’esecuzione virtuosistica (a differenza – per fare un esempio – da Isserlis). Il suo interesse, recentemente, si è rivolto al violoncello piccolo che secondo Brunello meglio riflette lo spirito di molte composizioni del 6-700 (a partire da Bach). “Lo strumento non è – chiarisce il musicista veneto – lo stesso per cui Bach scrisse la sesta delle sue Suite: quello è a cinque corde, più diffuso; questo ne ha quattro e si potrebbe dire, in pratica, un violino grande, un violino “tenore”. Del violino, infatti, ha la stessa accordatura, ma un’ottava più bassa”. Con molta franchezza debbo dire che ascoltandolo a occhi chiusi mi parrebbe di ascoltare un normale violoncello ma soltanto un ascolto comparativo permetterebbe di percepirne le differenze. Ovviamente essendo la tastiera più corta questo permette all’esecutore un maggiore virtuosismo che però nel caso d Brunello non è il suo carattere distintivo anche se le sue esecuzioni sono tecnicamente perfette. I brani eseguiti nel concerto appartengono tutti al periodo barocco (anche quello di Moretto che richiede un complesso finale tecnico basato sul capotasto nella parte superiore finale della tastiera.). Va sottolineata la capacità di Brunello di estrarre dallo strumento un suono perfetto ma anche di intensità tale da potere essere ben percepito anche dalla seconda metà della platea. Gli strumentisti dell’Accademia dell’Annunciata diretta da Riccardo Doni sono un ottimo complesso barocco che ha assecondato perfettamente lo strumento solista dando luogo a un concerto molto godibile e che è stato salutato da prolungati applausi.
Programma
Giuseppe Tartini Concerto in la maggiore per violoncello piccolo, archi e b.c.
Antonio Vandini Concerto in re maggiore per violoncello piccolo, archi e b.c.
Vanni Moretto “L’antro dell’orco” per violoncello piccolo, archi e clavicembalo scherzo musicale liberamente tratto da “L’arte dell’arco” di Tartini
Giulio Meneghini Concertone III in do maggiore per archi e b.c. da “Le prime sei Sonate della prima opera del Tartini Giuseppe tradotte in Concertoni a 4 parti reali per accademia da Giulio Meneghini” (trascr. Marco Doni)
Ottorino Respighi Pastoraleper violoncello piccolo, archi e b.c. dalla “Sonata Pastorale” di Tartini
Giuseppe Tartini Concerto in re maggiore per violoncello piccolo, archi e b.c.
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Brunello is one of the excellences of the international cellist scenario since his success at the Tchaikovsky International Competition in 1986. His cellism is more aimed at the in-depth analysis of the pieces performed than at the virtuosic performance (unlike – to give an example – Isserlis). His interest, recently, has turned to the small cello (violoncello piccolo) that according to Brunello best reflects the spirit of many compositions of the 6-700 (starting with Bach). “The instrument is not – explains the Venetian musician – the same for which Bach wrote the sixth of his Suite which is five-stringed; this one has four strings and one could say, in practice, that is a large violin, a “tenor” violin. Of the violin, in fact, it has the same tuning, but at a lower octave”. Very frankly I must say that listening to it with my eyes closed it would seem to me to listen to a normal cello but only a comparative listening would allow me to perceive its differences. Obviously being shorter the keyboard this allows the performer a greater virtuosity but in the case of Brunello this is not his distinctive character although his executions are technically perfect. All pieces performed in the concert belong to the Baroque period (even that of Moretto which requires a technically complex final based on the “capotasto” at the top end of the keyboard.). It should be emphasized the ability of Brunello to extract from the instrument a perfect sound but also of such intensity that it can be well perceived even by the second half of the stalls. The instrumentalists of the Accademia dell’Annunciata directed by Riccardo Doni are an excellent baroque ensemble that perfectly supported the solo instrument attaining a very enjoyable concert and that was greeted by prolonged applause.
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