Si sa, ..
… di certo non sono un fan di Damiano Michieletto (anzi!) ma qualche volta anche i peggiori hanno un guizzo di eccellenza ed è in questo caso la Salome. Naturalmente c’è tutto il barocchismo di Michieletto (chi sono i personaggi che compaiono talvolta?) e le scenografie esasperate ma il risultato è di ottima qualità a partire dall’inizio che introduce l’atmosfera drammatica e cupa del dramma a finire con la schiera di angeli (o demoni?) con le ali nere che fanno da cornice all’azione. E di certo al di là dell’ascensore con cui compare (e scompare) Jochanaan va sottolineato il banchetto del tetrarca ed Erodiade in costumi moderni, quasi a simboleggiare l’atemporalità della vicenda con il contrasto insanabile fra una visione pagana e terrena dell’esistenza e una protesa verso il trascendente anche a costo della vita. Non è necessario dare un’interpretazione puntuale di tutte le scene (ad esempio quella della Salome bambina che porge a Erode una maschera tragica a simboleggiare una violenza incestuosa che si perpetua da sempre) ma ciò che conta è che ciascuna contribuisce a rafforzare l’atmosfera tragica e il dramma inevitabile dei personaggi. Anche la famosa (o famigerata) “danza dei sette veli” viene risolta con una sorta di fuga di Salome dagli uomini che vorrebbero possederla all’interno di veli rappresentati da legami rosso sangue, essendo il rosso e il nero i colori dominanti della scena. Salome nonostante le molteplici esecuzioni in tutto il mondo è un dramma di difficile rappresentazione con la sua esasperata sensualità che ne impedirono per vari anni la prima: questa è una delle migliori – scenograficamente parlando – cui ho assistito. E poi le performances di cantanti e orchestra. Bravissima la russa Elena Stikhina, al debutto scaligero nella parte di Salome, vittima e carnefice; all’altezza della parte Wolfgang Koch come Jochanaan e altrettanto si può dire di Gerhard Siegel come Herodes. Tutti gli altri sono stati all’altezza di una produzione di qualità così come l’orchestra e la sua conduzione da parte di Riccardo Chailly (non Zubin Mehta, come avevo scritto precedentemente per una dimenticanza!).
PS Perché la produzione non viene ripetutamente trasmessa e perché non c’è una versione in streaming?
(Giovanni Neri – 75)
Il cast
Direttore | Riccardo Chailly |
Regia | Damiano Michieletto |
Scene | Paolo Fantin |
Costumi | Carla Teti |
Luci | Alessandro Carletti |
Coreografia | Thomas Wilhelm |
CAST |
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Herodes | Roberto Saccà |
Herodias | Anna Maria Chiuri |
Salome | Malin Bystroem |
Jochanaan | Michael Volle |
Narraboth | Attilio Glaser |
Ein Page der Herodias | Roberta Alexander |
Fünf Juden | Matthäus Schmidlechner
Michael Porter Garrie Davislim Sascha Kramer Michael Nagl |
Zwei Nazarener | Thomas Tatzl
Paul Grant |
Zwei Soldaten | Florian Spiess
Dominic Barberi |
Ein Kappadozier | Giorgi Lomiseli |
Ein Sklave | Chuan Wang |
In realtà Meta avrebbe dovuto dirigerla ma non è potuto venire (un vero peccato!).
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Mi scusi, ma dai giornali risulta che a dirigere è stato Chailly per l’indisposizione di Zubin Metha, Forse è opportuno accertarsene, Grazie.
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Assolutamente! Me ne scuso ma ho dimenticato di aggiornare il testo del blog! Mea culpa….
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Assoltissimo il Prof.!
Anzi qualche piccolissimo errore, escluso che l’abbia fatto apposta per testare l’attenzione dei partecipanti ….. 😁, rende un Blog più simpatico.
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