Vincenzo Bellini Questa è la valle… Quando incise su quel marmo… Spergiura! (scena drammatica)
Gioachino Rossini Giovanna d’Arco (cantata a voce sola)
Ludwig van Beethoven L’amante impaziente op.82 n.3 (arietta buffa), L’amante impaziente op.82 n.4 (arietta assai seriosa)
Franz Schubert Guarda che bianca luna D.688, II , Mio ben ricordati D.688, IV
Vincenzo Gabussi La luna (arietta n.7), La protesta d’amore (arietta n.10)
Franz Schubert Improvviso op.90 n.3
Giovanni Battista Perucchini Se i sospiri degli amanti (arietta op.IV n.5), Odi d’un uom che muore (arietta op.IV n.6)
Vincenzo Bellini O crudel che il mio pianto non vedi (arietta), A palpitar d’affanno (arietta),Le souvenir présent céleste (arietta)
Gioachino Rossini Un rien (Péchés de vieillesse, Vol.XII), Francesca da Rimini:“Farò come colui che piange e dice” (recitativo ritmato), Beltà crudele (melodia), Mi lagnerò tacendo (arietta)
Quello dell’ insegnamento della musica a scuola è un problema fondamentale. Anche dove “si fa” – poco e male – viene vissuta come “materia che non conta alcunchè”.
L’ approccio del resto è assolutamente sbagliato: col poco tempo a disposizione occorrerebbe concentrarsi soprattutto sull’ ascolto e lasciar perdere solfeggio e flautino. E l’ ascolto dovrebbe iniziare non con un concerto del genere – mi meraviglio, in questo caso altro che “avvicinare”, li si fa scappare…! “Guarda che bianca luna” … Ma scherziamo? – ma fornendo le più varie occasioni : ciascuno sceglierà spontaneamente le più consone alla propria sensibilità.
Per quanto mi riguarda – ero molto piccola – non sopportavo la musica che si ascoltava in casa – opere e lieder – ma rimasi folgorata da un Carosello: ricordo vagamente una “pancia che non c’era più” e la musica di Grieg. Negli stessi giorni la maestra ci mostrò un filmino ( allora usava…) con dei meravigliosi fiori che sbocciavano al ritmo del Valzer dei Fiori dello Schiaccianoci; poi mi innamorai delle ouverture di Wagner… Tutta musica altamente emotiva.
Questo va offerto ai bambini/ragazzi, vanno offerte delle “occasioni”, che possibilmente, dati i tempi, coinvolgano anche altri sensi: quanti si sono avvicinati alla musica “colta” attraverso un film, uno sceneggiato TV…
Anche la musica cosiddetta “pop” – cosa c’è di più “pop” del Melodramma italiano dell’ 800 ? – ha le sue qualità. Un tempo quasi ogni ragazzo si arrangiava ad imparare, magari autonomamente, uno strumento: la chitarra, la batteria, la tastiera… per “fare” musica” assieme agli amici ( un po’ come si usava, mutatis mutandis, “fare musica” nelle case borghesi, soprattutto del Nord Europa). Poi da cosa nasceva cosa.
Ora non è tanto colui che si fa chilometri per un concerto ad impensierire ma la continua fruizione, più o meno forzata, di musica di scarsa qualità che ci viene imposta ovunque: la musica è ormai “sentita” come sottofondo scacciapensieri, passatempo o invito al consumo e non più “ascoltata”, pensata, introiettata.
E questo è come rovinarsi il palato con il continuo consumo di vino in cartone o cibo spazzatura: ci si abitua a quel genere di gusto ed un prodotto buono e genuino non lo si apprezza più.
(Forse ho scritto troppo, mi scusi Professore…)
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Ieri sera IL Manzoni mezzo vuoto,cosa del resto prevedibile. Una sala troppo grande per un genere non amato ne’ apprezzato purtroppo in citta’. LE VARIE ISTITUZIONI CONCERTISTICHE BOLOGNESI DOVREBBERO INSERIRE NELLE PROPRIE PROGRAMMAZIONI CONCERTI DI LIEDER, MA AHIME’…SI PREFERISCE AMMANNIRE IL SOLITO FAMOSO SOLISTA O GRUPPO ORCHESTRALE.NON SI RISCHIA, COSI COME IL TEATRO COMUNALE HA PREFERITO RIMETTERE IN CARTELLONE UN SIMON BOCCANEGRA GIA’ VISTO E ASCOLTATO
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Ovviamente totalmente d’accordo. Ma la cultura e i timori delle organizzazioni li spingono ad “andare sul sicuro” che poi non è tale. Ma purtroppo questo è quello che passa il convento a Bologna: mi spiace dirlo ma Milano è anni luce davanti!
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Come sempre, assai amena la recensione. Verrebbe da pensare che da quelle parti la competenza degli organizzatori sia ferrea, e di sicuro scevra da eventuali appartenenze partitiche. Far sentire ai ragazzi italiani, dove la musica è materia aliena, un concerto di quella fatta ( ma qualsiasi altro concerto purtroppo) sarebbe quasi passibile di arresto. I giovani d’oggidì fanno centinaia di chilometri per assordarsi a decibel mortiferi con le varie Band, dove una melodia appena decorosa è più unica che rara, altro che classica…Le auguro miglior fortuna la prossima volta: davvero se la merita e grazie per la preziosa opera di informazione.
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