Operistica, Recensioni

La clemenza di Tito – Glyndebourne 6 Agosto 2017

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Composta tre mesi prima della morte La clemenza di Tito intende celebrare la ascesa al trono dell’imperatore Leopoldo II a re di Boemia. In puro stile di Glyndebourne lo spartito viene diviso in due atti della durata approssimativa di un’ora ciascuno con i necessari tagli che in un’opera agiografica non risultano fastidiosi. Il rapporto di amicizia fra Tito e Sesto, alla base del libretto, è inizialmente rappresentato da un filmato (poi ripreso più volte nel corso della rappresentazione) in cui i due protagonisti sono ripresi nella loro infanzia. La scenografia è su due livelli: in basso il mondo reale, in alto quello del trono e dell’imperatore. Tutto il dramma si svolge ovviamente nella parte bassa in mezzo a un campo apparentemente cosparso di ciuffi di grano di difficile interpretazione concettuale.
 
L’opera, diretta ottimamente da Robin Ticciati si avvale dell’ottima regia di Claus Guth e alterna arie di grande livello (come quella di Sesto nel primo atto) a momenti più convenzionali pur mantenendo comunque sempre l’alta qualità Mozartiana. Alice Coote come Vitellia, dopo un inizio non felice, esprime tutto il suo potenziale nella grande aria finale della confessione. Anna Stéfany come Sesto è certamente la migliore interprete dell’opera, di grande musicalità e a suo agio nei frequenti passi di agilità. Un soprano mozartiano che vorremmo vedere sulle scene italiane. Richard Croft (Tito) offre una buona interpretazione ma purtoppo manca di arte scenica, risultando in vari momenti goffo e convevzionale.
Come sempre l’opera a Glyndebourne è solo una parte dello spettacolo, essendo il picnic  prima e durante l’intervallo parte integrante del “rito”. Il 6 Agosto il tempo era spettacoloso (cosa rara!)  il che ha contibuito a un grande successo di pubblico.

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2 risposte a "La clemenza di Tito – Glyndebourne 6 Agosto 2017"

  1. Roberto Barilli ha detto:

    Molto interessante il Suo Thread, particolarmente perché non conoscevo proprio cos’è e dov’è Glyndebourne.
    Ho rimediato alla mancanza con la solita Wikipedia e ne è uscita una bella narrazione con questo teatro privato a un’ora di treno da Londra che unisce l’opera alla convivialità con i picnic sui prati.
    Un poco come la mia recente esperienza estiva a Keitum sull’isola di Sylt in cui uno spettacolo di balletto classico è stato preceduto da un uguale molto simpatico e conviviale picnic nel prato (convenientemente allestito) antistante il palco. Ma in questo caso lo spettacolo era organizzato da un grande Hotel e non da una meritevole istituzione privata inglese come quella in discorso, il che fa la sua differenza……..
    In ogni caso, giudizio critico a parte, coniugare l’arte con la natura, particolarmente se il clima è benevolo, e lo è stato anche nel mio caso!, offre risultati piacevolissimi per lo spirito e la cultura.
    Complimenti per la scelta!

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